sabato 23 maggio 2020

Portate il mio amore


Quanto è fondamentale ascoltare la voce del Signore! Perché ciò che lui ci dice è promessa di una realtà futura, parola-fatto che prima o poi si compie. Forse non come avevamo pensato noi, sicuramente in tempi e modalità diversi da come ce li immaginavamo, ma ciò che conta è la promessa di Dio, sempre mantenuta. È quello che sperimentano gli apostoli nel vangelo di questa domenica in cui ricordiamo l’Ascensione di Gesù al cielo. Gli apostoli vivono in presa diretta l’incontro con Gesù Risorto in Galilea, sul monte, dove gli aveva dato appuntamento. Le donne, infatti, dopo aver incontrato il Risorto, erano corse dagli apostoli  a riferirgli la parola-promessa di Gesù: “Dite loro di andare in Galilea, là mi vedranno”. Loro vanno e puntualmente Gesù appare. Gli va incontro e gli si avvicina. Matteo ci racconta che gli apostoli si prostrano ai suoi piedi per adorarlo, ma in cuor loro dubitano.
Ci chiediamo: possibile dubitare di Gesù quando lo vedi davanti a te? Sì, possibile! Dio lo vede chi crede. Se credi, lo vedrai, avrai lo sguardo per vederlo. Se non credi, se il tuo cuore è duro, chiuso, anche se vedi, non credi. Credere è una dinamica interiore, è un fatto del cuore, un evento spirituale, un incontro intimo tra l’anima e Dio. A queste profondità si decide. Nel segreto del cuore. Non si controlla Dio, lo si accoglie nella meraviglia del suo rivelarsi.
Gesù poi raccomanda agli apostoli ciò che più gli sta  a cuore, che cioè tutti siano salvi, perciò gli dice: «Raccontate a tutti ciò che avete vissuto di me e battezzate ogni persona. Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo». Queste parole di Gesù sono fondamentali per capire la dinamica della fede: la fede si trasmette per annuncio, accade quando incontri qualcuno che il Signore lo ha incontrato e ti fa venire nostalgia di incontrarlo anche tu. Poi è ovvio che la tua fede nascerà dalla tua apertura interiore, dal tuo personale incontro col Risorto, ma attraverso un incontro, un annuncio. E inoltre si parla del battesimo: il battesimo è un sacramento che Gesù ha voluto, come vediamo chiaramente qui. Non è frutto di un calcolo umano, è dono di Dio. Col battesimo riceviamo la vita nuova nello Spirito Santo, si accende in noi la scintilla dello Spirito destinata poi gradualmente a portarci a una maturazione nella fede. Gesù promette di stare con noi per sempre, e lo può fare perché ci lascia il suo Spirito, che agisce con noi e in noi.
Un’icona antica dell’Ascensione raffigura Maria al centro del gruppo degli apostoli mentre Gesù ascende al cielo. Un’immagine forte, che ci fa capire come Maria custodisca la memoria di Gesù e accompagni il cammino della Chiesa degli inizi. Così come anche il nostro. Affidarci a lei ci porta a prenderci cura non solo della nostra fede ma anche delle fede altrui. Quello che Maria ci invita a fare oggi è annunciare il Signore. E lo annunciamo quando, cadute le maschere, abbiamo il coraggio di essere noi stessi, veri, e di comunicare agli altri ciò che il Signore è per noi e ciò che fa per ognuno. L’amore ricevuto si vede da quanta passione mettiamo nell’uscire da noi stessi per raccontare agli altri come il Signore ci ha visitati, guariti e riempiti della sua pace.
24 maggio 2020
Ascensione del Signore
Mt 28,16-20
In quel tempo, 16gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


sabato 16 maggio 2020

Mi manifesterò a chi mi ama


“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”.
Amare voce del verbo osservare. Osservare nel senso di accogliere, fare spazio alla parola che Gesù ci rivolge, crederci, amarla come la verità su cui basare tutta la propria esistenza. Perché Gesù lega l’amore per lui all’ascolto della sua voce? La radice di ogni male sta nel non ascolto della Parola di Dio, nel non osservare il suo comandamento. Ma qual è il comandamento di Gesù? Amatevi come io vi ho amati. È come se Gesù dicesse: se ami me, ami te e ami tutti e tutto. O meglio ancora, se ti lasci amare da me, puoi amare a tua volta.

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità”.
Gesù ci viene in soccorso e ci assicura che da dov’è ossia nella pienezza della vita trinitaria, prega per noi, intercede per noi, garantendoci la sua vicinanza attraverso lo Spirito Santo. Che Gesù chiama lo Spirito di verità. Una grande consolazione per noi, perché ci mette in pace, ci ricorda che noi abbiamo delle opinioni, solo lo Spirito possiede la verità e solo a lui possiamo chiederla. E tuttavia quando la nostra opinione si adegua a quello che lo Spirito suscita in noi, allora anche i nostri pensieri sono veri, secondo Dio.

“Egli rimane presso di voi e sarà in voi”. 
La più bella realtà di fede è sapersi immersi nello Spirito d’amore. Lui, che è Dio, rimane non solo accanto a noi, presso di noi ma anche in noi. Nel cuore del cuore, nella parte libera e più intima del nostro spirito, lì lo Spirito è, e da lì ci attrae a sé e ci manda le sue buone ispirazioni, affinché le seguiamo.

“Non vi lascerò orfani”.
Gesù sottolinea il fatto che sarà sempre con noi e in noi. Non siamo soli, mai. Anche se il mondo intero dei nostri affetti più cari si dimostrasse molto lacunoso, non abbiamo nulla da temere, nulla da soffrire, perché Gesù è il principio d’amore che dall’interno di noi stessi sostiene la nostra vita e ci dà l’aiuto necessario per continuare ad amare quando amare è faticoso, quando non conviene, quando è tutto in perdita. È lo Spirito a darci pace, a darci una misteriosa gioia interiore, che traspare dai nostri volti, che si esprime in gesti di amicizia, in scelte di vicinanza. Sperimentiamo allora che l’amore di Dio in noi, accolto, è oltre noi.

“Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”.
Amo molto questo versetto che è la dichiarazione universale di realtà dell’amore di Dio per ciascuno di noi. A dispetto di tutte le mancanze di fiducia da parte di chi continua a ritenere di non poter vedere Dio, Gesù dichiara che si manifesterà a chi lo ama. Possiamo dare a questa Parola di Dio il valore opposto di non Parola di Dio? No, non possiamo. Gesù ha promesso! E la sua promessa è verità che si proietta nel futuro, quando a un dato momento si compirà davanti ai nostri occhi stupiti. Ogni umile attesa del suo volto andrà a buon fine. Sì, Gesù non si tiene lontano, il suo desiderio è proprio quello di manifestarsi all’anima. L’incontro con Dio non  è negato a nessuno.

Maria a cui ci affidiamo, ci insegna l’arte di riconoscere Dio nella vita. “L’anima mia magnifica il Signore “, dice “e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore”. Lei che viveva della Parola di Dio, una volta ascoltata, la confrontava con la vita e cerava di capire come Dio la stesse guidando. E riconosceva i passaggi di Dio, la sua provvidenza e vicinanza. Oggi Maria ci avvolge sotto il suo manto materno e vuole darci il conforto che viene dal saperci amati, dal sapere che basta solo un po’ di attenzione allo Spirito presente in noi per sentire la pace e trovare nella certezza di appartenere a lui, la forza di sorridere alla vita e di continuare a impegnarci per una cultura della pace e del perdono.  

17 maggio 2020

VI Domenica di Pasqua
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-21

1 In quel tempo, Gesù disse: «15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui»



sabato 9 maggio 2020

Non sia turbato il tuo cuore


«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in me». Gesù ci dice queste parole, nel momento in cui sta per affrontare l’ora più buia della sua vita, la croce e la morte. Anche se il cuore è gonfio di dolore, nello steso tempo è sovrabbondante di amore per noi, ci guarda con commozione e con compassione, perché il suo è un cuore di padre, che sa quanto siamo fragili e peccatori e non può stare tranquillo finché non ci sa tutti salvi al sicuro. Solo Dio può calmare le nostre agitazioni con la sua parola. Non sia turbato il tuo cuore. Abbi fiducia in me. “Solo Dio può mettere un argine al nostro dolore”, diceva un teologo. Sì, soltanto il Signore ha il potere di consolarci nello spirito. Il conforto umano aiuta e solleva, ma solo Dio ci salva. Gesù dice quelle parole per aiutare i discepoli a non lasciarsi sconvolgere dagli eventi, gli lascia queste parole perché se le imprimano nell’anima e se ne lascino trasformare.

Non pensa a sé Gesù, eppure è sul punto di morire. Pensa a noi. Perché è Padre e ci ama. Non può fare a meno di essere ciò che è: Amore che salva. Subito dopo avere consolato i suoi, Gesù gli parla della vita eterna. Promette quelle delizie del paradiso in cui anche noi andremo se resteremo uniti a lui qui in terra.
«Vado a prepararvi un posto. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi». Qui Gesù ci svela le profondità del suo amore, parlandoci del grandissimo desiderio di averci con sé, di poterci avere vicino, e farci partecipi della sua felicità. Non sono forse questi i sentimenti di un padre quando è padre? Può un padre non volere che tutto il meglio di sé sia trasmesso ai suoi figli? Quale padre prende per sé le cose senza darle ai figli? Piuttosto lascia tutto purché i figli ne abbiamo in abbondanza. Ma solo il Padre che è nei cieli può garantirci la cosa più grande che ci sia: la vita eterna.
Poi Gesù fa la grande rivelazione: “io sono nel Padre e il Padre è in me”. Davanti a questi discorsi Filippo, uno dei agli apostoli, gli chiede: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Cioè non capisce, perché giustamente lui vede Gesù e la sua mente non arriva a cogliere ancora l’unione che esiste tra Gesù e il Padre. E Gesù risponde: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?».

Una domanda che ci spiazza. Tante volte, come Filippo, anche noi vediamo ma in realtà siamo come ciechi. Non ci accorgiamo di come il Signore sta operando nella nostra vita, delle ispirazioni che lo Spirito Santo ci sta offrendo, non riconosciamo la sua azione nel nostro quotidiano, nelle vicende belle o dolorose della vita. Lasciamoci anche noi fare questa domanda da Gesù: da tanto sei con me e non mi riconosci? Dove in questo momento della tua vita non riesci a vedere che sono con te?   

Affidarci a Maria allora rappresenta un aiuto immenso per il cammino, perché Maria ci scalda il cuore e ci invita a coltivare la fiducia, e con la fiducia vengono tutte le altre virtù, come la mitezza, la gioia, l’umiltà, la pazienza e quello sguardo tutto mariano di guardare alle cose. Uno sguardo buono, amabile, che scruta il buono e  il bello che c’è un tutte le cose. Così Maria guardava il mondo e così insegna a fare anche a noi. Con lei riconosciamo più facilmente Gesù al nostro fianco, il suo linguaggio, la sua voce, le sue premure. Maria addolcisce il nostro sguardo, e così ci aiuta a sentire e riconoscere Gesù.
10 maggio 2020
V Domenica di Pasqua
Gv 14,1-12

1 In quel tempo, Gesù disse: «1 Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: «Vado a prepararvi un posto»? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».
5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.


domenica 3 maggio 2020

La mia voce ti guiderà


In questo vangelo Gesù ci parla di elementi semplici della vita del suo tempo: usa immagini di quel mondo rurale in cui erano tanti ad allevare bestiame per vivere. Si paragona perciò a un pastore, che ogni giorno si dedica alle sue pecore, che deve nutrire e di cui deve prendersi cura. Tradotto in termini più vicini a noi, Gesù sta parlando della relazione che c’è tra lui e noi. Quando siamo disposti a fargli spazio, tra noi e lui si stabilisce una comunicazione autentica, viva e vera. Lui ci chiama per nome, ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi. E noi siamo capaci di sintonizzarci con lui e di intuire e capire - seppur gradualmente - come vuole guidarci. Ciò su cui infatti è portata l’attenzione è il fatto che le pecore ascoltano e riconoscono solo la voce del loro pastore, per cui seguono solo lui e non altri, non si fanno ingannare da altre voci. Si fidano e si affidano, e poiché lo conoscono e sanno che le ama, lo seguono ogni volta che arriva alle loro orecchie il timbro della sua voce. 
Ogni giorno la nostra mente è attraversata da molteplici flussi di pensieri. Fin dai primi tempi del cristianesimo grande importanza è stata data alla capacità di distinguere i pensieri. Non tutti i pensieri vanno recepiti, non è utile lasciarsi inondare dal primo pensiero che arriva, senza fermarsi un attimo a considerare alcune cose. Ci sono pensieri “positivi” e pensieri “negativi”. I primi vengono dallo Spirito Santo e sono delle ispirazioni che ci aiutano a crescere nella vita, a camminare dritti, a testa alta, come persone sane e adulte. E ci sono anche pensieri che sono suggestioni che vengono dal male, ma anche dalla nostra debolezza personale, che va riconosciuta e risanata. Accogliere i pensieri positivi ci permette di ricevere “la vita in abbondanza” che Gesù è venuto a portarci e che ci promette oggi.
Si tratta di un semplice esercizio quotidiano: quando sentiamo affacciarsi alla nostra mente un pensiero, chiediamoci da dove viene e dove ci porta. Se ci porta verso l’amarezza, la tristezza, la sfiducia, il sospetto, stiamo in guardia e teniamolo lontano. Se invece sentiamo che quel pensiero ci consola, ci aiuta nello sforzo verso il bene, allora accogliamolo, perché ogni pensiero che porta ad amare Dio e gli altri, oltre che se stessi, non può che venire dal Signore e non può che farci bene.
Guardando a Maria, che noi affidati a lei vogliamo seguire e imitare, ci rendiamo conto che lei è stata come una docile pecorella che ha saputo con intelligenza e sapienza riconoscere la voce del Signore in mezzo a tutte le altre voci che pure cercarono di distoglierla dalla sua missione. Lei infatti nel vangelo di Giovanni dice la parola che più la caratterizza: “Qualsiasi cosa Gesù vi dica, fatela”. E oggi ripete a noi: qualsiasi cosa lo Spirito Santo vi ispira, impegnatevi a farla. Solo mettendoci nella sua scia la nostra vita avrà la giusta direzione. E seguire chi ci ama perché è l’Amore stesso è davvero la cosa più intelligente che possiamo fare, ben sapendo che se il Signore ci dà di capire questo col cuore, allora noi stiamo ascoltando la sua voce, si sta realizzando il miracolo più necessario: quello di chi finalmente si accorge che Dio lo ha nel cuore e che può davvero ascoltarlo, e vivere in base a ciò che ascolta.
3 maggio 2020
IV Domenica di Pasqua
Gv 10,1-10
1 In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.


La Via della felicità