sabato 19 giugno 2021

Calma nelle tempeste

 

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai discepoli: «Passiamo all'altra riva». La nostra esistenza è un divenire: noi possiamo conservarci nelle cose note e non voler cambiare, ma di per sé ci evolviamo se riusciamo a stare dentro al dinamismo della vita. Gesù stesso ci fa passare costantemente all’altra riva, ci invita a spostarci e a guardare le cose da un punto di vista differente, scoprendo anche altre possibilità per noi, per la nostra autenticità.

Lo presero con sé, così com'era, nella barca. E com’è Gesù? Gesù è com’è lui, non come vorremmo che fosse. Il suo vangelo a volte ci procura fatica perché si tratta di far morire certe parti di noi abbastanza narcisistiche che non vorrebbero diventare miti e compassionevoli o che non vorrebbero cedere alla fiducia, preferendo l’incredulità e l’abitudine a piangersi addosso.

Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca... Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Accade a questo punto che gli apostoli corrono il serio rischio  di morire. E Gesù che fa? Dorme. Gesù nella nostra vita generalmente non abita come chi si fa sentire e percepire in modo esplicito, ma è con noi come l’aria che ci avvolge. Se non ci pensiamo, non ci accorgiamo che siamo contornati d’aria.

Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 
I discepoli allora si fiondano da Gesù per svegliarlo, e il Signore fa tacere il vento. Poi gli fa questa domanda che è di una potenza indicibile: “perché avete paura? Non avete fiducia in me?”. Colpisce che Gesù non dica: perché avete avuto paura, ma perché avete paura adesso! Ora che tutto è calmo e siete salvi. Allora capiamo che è una domanda per la vita, che va bene sempre, in ogni circostanza. “Perché hai paura?”, chiede a ciascuno di noi, “non hai ancora fiducia in me? ancora non ti rendi conto che io abito la tua anima e che sono il tuo respiro? ancora non senti che la mia vita divina scorre in te? e che basterebbe così poco per accoglierla e per farsi davvero riempire da questo fiume che mai si ferma e che con costanza ti dà vita e ha cura di te?”.

Affidarsi a Maria porta con sé un grande aiuto nella capacità di lasciarci davvero andare allo Spirito Santo, sapendo e sentendo che non c’è tempesta che non sia possibile attraversare perché Gesù è al timone della nostra vita. Maria è la donna totalmente svuotata di sé per fare spazio alla fiducia. Non ci si fida se si è costantemente intenti a rigirarsi sui propri ragionamenti. La fiducia è un fatto del cuore, dell’anima, che tutto trascina dietro di sé. È un sì semplice e potente, un salto nelle braccia di Dio. Occorre fidarsi, provare. Permettere a se stessi di essere fragili creature e a Dio di essere Dio, il Signore della nostra barca, il timoniere dei nostri giorni.

20 giugno 2021

Mc 4,35-41

35In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai discepoli: «Passiamo all'altra riva». 36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». 39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

 

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