sabato 13 giugno 2015

Custodire l'incomprensibile

Cuore Immacolato di Maria. “Maria custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Il Vangelo abbinato a questa memoria importante porta in primo piano il valore del silenzio e della preghiera. Cosa è successo a Maria? Cosa la spinge a custodire nel silenzio della riflessione quello che le si agita dentro? Suo figlio Gesù aveva fatto e detto delle cose per lei incomprensibili. Ed era finito lì. Un mistero davanti al quale si possono fare due cose: o irrigidirsi oppure accogliere.

Maria ha scelto di collocare questi tasselli isolati all’interno di una scatola interiore, fatta di rispetto e cura. Ha subito evitato di pretendere di capire, dandosi del tempo per trovare dei fili invisibili con cui collegare tra loro le parti. Quando nella vita le cose non ci sono chiare, quando abbiamo cercato il senso di qualche evento, di qualche periodo, e abbiamo finito con il renderci conto che la risposta ancora non arriva, preferiamo il silenzio e la preghiera a qualunque altra idea ci venga in mente. Forzando non raggiungeremo l’obiettivo. “C’è un tempo per… e un tempo per” dice il Quoelet. Un tempo per raccogliere, per gustare il significato delle cose e un tempo per attendere la lenta maturazione del frutto.

Affidiamoci al Cuore Immacolato di Maria per chiederle il dono del discernimento.

Cuore Immacolato di Maria,
affido a te questo tempo di crescita e di ricerca.
Lo scarto tra ciò che sento e ciò che afferro sia riempito dalla tua dolce presenza. Rassicurami tu, parlami della bellezza della pazienza, che rende desiderabile ogni istante e lo strappa dal rischio del grigiore.
Ricordami che la fiducia è la forza che smuove il mondo, e che dà gioia pura, perché dona la certezza della vittoria contro ogni avversario.
Fammi sentire la dolcezza di quell’ostinato sì che dicesti quando al tempio d’improvviso tutto si fece incomprensibile.

E guidami sulla via della perfetta letizia, quella che tu hai vissuto sempre, facendo sorridere perfino le pietre, che mai avevano sentito sopra di sé dei passi tanto leggeri quanto i tuoi.

mercoledì 3 giugno 2015

Quale grandezza!

L’affidamento a Maria come strumento per riuscire a esprimere tutte le nostre potenzialità: questo è un aspetto che ha affascinato Massimiliano Kolbe e lo ha motivato a non allentare il suo cammino di donazione. «Per mezzo dell'obbedienza noi ci innalziamo al di sopra della nostra pochezza e operiamo conformemente a una sapienza infinita (senza esagerazione), alla sapienza divina... Dio ci offre la propria infinita sapienza e prudenza, perché guidino le nostre azioni: quale grandezza!» (SK 25). Lo stupore di un Dio che lavora invisibilmente nella trama delle nostre ore, dei nostri giorni e che - se seguito e assecondato - ci fa partecipi delle sue idee, dei suoi progetti più belli, anche se non possiamo pretendere di comprenderli appieno e conoscere le vie attraverso le quali ci condurrà.

Ma il non poter controllare il cammino non impedisce di appassionarsi alla sua proposta e di potersi dedicare ad essa con tutte le forze, con tutto il cuore, con tutta la propria vitalità. Quando si è donata la vita, quando la si sa al sicuro nelle mani di una madre come Maria, non si perde più il proprio tempo a pensare a se stessi. E si è portati a uscire dalle strettoie della mente per collaborare con Dio.


D’altronde l’aspetto più grazioso di Maria, ossia il più ricco di bellezza soprannaturale è la sua scelta di lasciarsi forgiare dallo Spirito, adattandosi alla sua azione con fiducia e tenacia. La persona ha la libertà di sentirsi passiva o di prendere in mano la sua vita, stringendo un patto di alleanza con il Signore: Maria ha scelto questa seconda via. Ed è questo atteggiamento interiore che lei suscita in chi si affida totalmente a lei. Si tratta di una relazione speciale con lo Spirito Santo che è uno dei doni più belli dell’affidamento a lei. Ne conosce la bellezza chi ne ha fatto esperienza concreta e diretta.

La Via della felicità