sabato 22 agosto 2020

Sciogli i nodi

 

In quel tempo Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».

Nel nord-est della Galilea, nei pressi dei Cesarea di Filippo, dunque in un luogo molto distante dalla città santa, Gerusalemme, in questa terra pagana avviene un dialogo cruciale tra Gesù e i suoi discepoli. Gesù vuole sapere cosa pensa la gente della sua identità. Per la gente Gesù è un profeta, un uomo marcato a fuoco dallo Spirito di Dio e perciò capace di riflettere bagliori della sua luce.

 Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

 Gesù interroga Pietro e i suoi, Gesù bussa anche alla nostra porta, se non siamo sordi o ciechi ci accorgiamo della sua presenza e di come ci stimola in profondità affinché ci volgiamo a lui e possiamo riconoscerlo sempre più vivo e presente in noi. A volte ci sembra di non capire in che modo Dio ci stia guidando, ciò che conta è far agire lo Spirito in noi, accogliere la beatitudine di lasciarci fare da lui. E sarà lui a rivelarsi attraverso di noi. Occorre docilità e fiducia.

 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 

Pietro diventa roccia su cui Gesù costruisce la sua comunità di figli, la chiesa. A lui Gesù dona i suoi poteri, la facoltà di insegnare, di battezzare, di confessare. Ma Pietro non è solo il sacerdote che attraverso i sacramenti che amministra si fa tramite della grazia, Pietro siamo ciascuno di noi battezzati che nella misura in cui restiamo uniti a Gesù abbiamo in mano le chiavi della nostra vita e della nostra felicità. Dio si dona a noi, ma se noi non lo facciamo vivere in noi, se non scegliamo di convertirci veramente al vangelo, credendo alla sua Parola più che alla nostra, affidandoci davvero, allora Dio avrà le mani legate. Possiamo sciogliere tantissimi nodi se solo lo vogliamo, se solo smettiamo di restare radicati nei nostri schemi mentali e nelle nostre convinzioni e lasciamo che Dio agisca, che ci guidi, che prenda il timone della nostra povera barca. Con la fede grande come un granellino di senape possiamo fare miracoli, dice il Signore.

 Maria a cui ci siamo affidati, è colei che sciogli i nodi, come madre accoglie la nostra preghiera di affidamento e lavora affinché le situazioni ingarbugliate e dolorose della nostra vita possano essere trasformate nell’armonia che solo Dio può creare, lui che è armonia e bellezza. Il cielo ce lo prepariamo qui sulla terra. Legando o sciogliendo con l’uso che facciamo della nostra libertà.

 

23 agosto 2020

Mt 16,13-20


In quel tempo 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

 

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