sabato 20 febbraio 2016

Dio nella quotidianità


Sogno e realtà, luce e nube, salita e discesa, voce divina e apparenza umana di Gesù, gloria e normalità: il Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima tocca il mistero della presenza di Dio e del suo nascondimento. Da un lato Dio è più presente che mai, indissolubilmente legato alla sua creatura, dall’altro è nascosto, sottratto alla nostra sensibilità ma non al nostro cuore. Dio sa che se lo contemplassimo così com’è non vorremmo più scendere a valle: “è bello stare con te”, esclama Pietro mentre il petto gli esplode di gioia.

Non può essere così la vita, questo strano pellegrinaggio che acquista senso nel piano divino, che trova il suo motivo nella storia, una storia che a un certo punto si è imbrattata e che perciò è decaduta e deve ritornare alla sua sorgente attraverso una lunga purificazione. Maria conosce molto bene la sensazione che anche Pietro e gli altri hanno sperimentato. Anche a lei Dio in alcuni momenti forti come l’annunciazione ha svelato qualcosa della sua dolcezza, della sua potenza d’amore. Avvolta nella nube di bontà di Dio, Maria lo ha conosciuto per quello che è, puro amore. Si è commossa nell’incontrate una Persona tanto amabile e nello stesso tempo così grande da essere il creatore della sua vita e della vita dell’universo intero. Ha capito quanto la vita sia poca cosa senza di Lui, quanto tutto dipenda da Lui, e quanto sia sbagliato coltivare l’idea di un Dio severo e lontano, quanto faccia male all’anima tenersi lontana da Lui, illudersi di potercela fare da soli, di guadagnarsi con le proprie forze la felicità e il benessere.


Maria ha anche capito che dopo la manifestazione di questo grande amore, viene il momento della risposta e della responsabilità. È scesa dal suo piccolo Tabor e ha intrapreso il cammino faticoso della fede, dove nulla è scontato e ogni scelta va assunta con tutti se stessi. Quello che Maria più di Pietro e degli altri apostoli ci insegna, in quanto lo ha vissuto, è la forza dell’ascolto. Da quando l’angelo si allontanò da lei, non lasciò passare neppure una virgola della Parola di Dio senza farla risuonare nell’intimo e trovarvi uno spunto per il presente. Maria ci insegna che il Tabor è la vita, dove ci giochiamo la nostra fede, credendo pienamente alla Parola e cioè vivendola per quella che è, in tutta la sua sconcertante potenza

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