sabato 14 novembre 2020

Fedele al tuo desiderio

 

Domenica dei “talenti” questa nella quale Gesù ci mette davanti a un nuovo racconto, da lui costruito per farci entrare in un certo dinamismo interiore. Protagonisti della storia sono un datore di lavoro efficiente e fattivo e tre suoi dipendenti. Un giorno, dovendo partire per un viaggio, il datore decide di consegnare i suoi beni ai tre. A uno dà 5 talenti (un talento era una moneta preziosissima), a un altro due e a un altro uno, e non glieli consegna non a caso ma “secondo le capacità di ciascuno”. E gli chiede di farli fruttare. Al suo ritorno i primi due che hanno raddoppiato la somma andandola subito a investire ricevono premio e gratitudine, mentre l’ultimo, che nasconde la sua moneta per paura, viene duramente rimproverato e punito.

Cosa vuol dirci il Signore? Ci mette oggi davanti a un fatto molto chiaro e oggettivo: lui c’è e ci dona con se stesso ogni dono, e poiché ci conosce bene personalmente, dona non in modo casuale, ma come un padre che amando tanto i suoi figli e conoscendoli fin nelle fibre del loro essere, sa dare e preparare ciò che più può essere utile affinché realizzino se stessi interamente, siano se stessi fino in fondo. Se qualcuno tra noi prova sentimenti di frustrazione perché si sente privato di qualcosa rispetto agli altri, oggi, invitato da Gesù, può fermarsi a riflettere. Il Signore dà a te come a lui e a me tutto quanto è necessario per realizzare pienamente la nostra umanità.

Allora perché certe volte viviamo sentendoci falliti, privati di spazi di azione e realizzazione? Fermiamoci a considerare cosa fanno i primi due servi di differente rispetto al terzo, e così forse capiremo meglio cosa accade a noi e come poter cambiare. I primi due corrono a investire i talenti, cioè mettono in circolazione questo bene ricevuto. Se invece di pensare e rimuginare, ci mettiamo in moto, condividiamo la fede, comunichiamo, scambiamo risorse, dialoghiamo e lavoriamo in rete, se entriamo senza protezioni e filtri nel dinamismo della vita, allora Dio lo troveremo nelle circostanze stesse che verranno a crearsi. A volte pensiamo di dover noi creare le occasioni. Certo anche queste vanno cercate, ma ciò che conta è avere lo sguardo affinato della fede che scorge Dio all’opera mentre anche noi operiamo. Il Signore agisce insieme con noi, lì dove siamo, con le cose che facciamo, a noi spetta dare spazio al desiderio che lui  stesso ci mette dentro. Il terzo dipendente infatti se non porta frutto, è per la paura che lo blocca e che congela ogni suo desiderio di bene e ogni suo slancio.

Maria, a cui ci siamo affidati, ha colto la novità del dono di Dio nel desiderio che le è nato dentro e  si è subito attivata per far fruttare i suoi talenti, ha corso seri rischi, ha faticato, ma è stata fedele al suo desiderio fino in fondo.

COME PREGARE IL VANGELO

Chiudo gli occhi e mi connetto con Gesù. Sento il suo sguardo su di me e mi apro a lui. Leggo e rileggo la pagina scelta. Mi fermo dove sento che una Parola proprio ora ha qualcosa da dire al mio cuore e alla mia vita. Mi fermo e sosto. La ripeto e parlo con Gesù di quello che sento e penso. Gli chiedo ciò che voglio e sono aperto a ciò che vorrà donarmi lui. Lo ringrazio ed esco lentamente dal dialogo. Durante la giornata verifico come questa Parola continua a parlarmi e guidarmi, e a instillarmi nuove ispirazioni.

 

15 novembre 2020

Vangelo secondo Matteo 25,14-30

In quel tempo Gesù disse alle folle:14avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: «Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque». 21«Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: «Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due». 23«Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». 24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: «Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo». 26Il padrone gli rispose: «Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti»

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