sabato 24 ottobre 2020

Cuore fisso in lui

 


Anche in questo vangelo Gesù viene messo alla prova. Alcuni dotti ed esperti delle Scritture tornano all’attacco per metterlo in difficoltà. Non vogliono vedere chiaro in se stessi e cercano un capro espiatorio su cui proiettare le loro frustrazioni. Gesù risponde con la grandezza d’animo che lo caratterizza. Non esprime un giudizio sul fatto che stanno agendo con doppiezza, si rivolge a loro invece come se stesse parlando ad amici, a cui fa una bellissima condivisione. Tu vuoi sapere cosa conta davvero? Amare con tutto te stesso il Signore, cercare il suo volto, desiderare la sua presenza, la sua vicinanza, avere nostalgia della sua carezza paterna, spingerti così oltre te stesso da uscire da te. Metterci tutto te stesso, tutto quello che sei e che hai per tenere viva la relazione con lui, non darti per vinto di fronte alla tentazione di abbassare il tiro e accontentarti. Solo mantenendo costante l’orientamento verso di lui, possiamo mantenere il cuore fisso in lui.

In questo tempo complesso e instabile che stiamo vivendo, la stabilità ce la può donare solo chi è al di sopra di noi, e non è condizionato dai limiti della storia. In che modo il Signore ci sta parlando al cuore in questi giorni segnati da tanta incertezza, da tante domande? Ora ci raggiunge con questa parola, che è certezza di fede. Non siamo in balia del caos. Dio non può toglierci la complessità e anche la grave difficoltà in cui possiamo venire a trovarci, ma non ci fa mancare mai la sua protezione, il suo aiuto. Siamo dentro una storia d’amore, siamo dentro un progetto. E il Signore ha cura di noi, di ciascuno. Ha cura del filo d’erba, dei passeri del cielo, come lui stesso ha detto, tanto più di noi, che siamo figli.

Gesù sembra indicarci la strada necessaria per vivere. Autentici nel metterci nudi e poveri davanti a lui, e a lui affidarci, e autentici verso gli altri, ossia capaci di guardarli senza filtri giudicanti, per riconoscerci nello specchio comune della nostra umanità, in ciò che abbiamo in comune e che è la dignità e l’amabilità, l’essere degni di stima e di rispetto. L’altro ha diritto quanto me ad essere guardato come persona, non come soggetto che fa questo o quello, che si comporta in questo o in quell’altro modo.

Amare Dio, amare l’altro… ma prima di tutto amare se stessi. Porsi davanti allo specchio e saper sorridere, perché capaci di vedere in noi, nelle profondità degli sguardi, quella luce gioiosa che parla dell’amore di Dio, presente nello spirito di ciascuno e che cerca solo un varco attraverso cui passare e riflettersi. È una prova da fare!

Affidarci a Maria oggi significa ridirci che abbiamo fiducia, che niente di ciò che accade, pur destabilizzante, può staccarci dalla certezza che il Signore è con noi. E se c’è lui, c’è anche la salvezza. San Massimiliano Kolbe scrive: “L’Immacolata ha il suo tempo per tutto”. E con questo ci aiuta a rinnovare la fiducia. È solo questione di tempo. Occorre passare attraverso la nostra storia, non ci sono sconti, occorre percorrere la strada che dobbiamo percorrere, ma tutto è sotto lo sguardo materno di Maria e tutto è nelle mani del Signore. Le circostanze che viviamo sono l’occasione per noi per affidarci e agire serenamente.

 

25 ottobre 2020

Mt 22,34-40
XXX Domenica nell’anno
In quel tempo34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

 

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