sabato 8 febbraio 2020

Risplendi


Siete il sale della terra, siete la luce del mondo. A un primo ascolto di Gesù nel vangelo di questa domenica, ci viene da domandarci: chi noi? Siamo noi questo sale, questa luce? Cosa intendi Signore? In che modo questa tua parola ha a che fare con la mia vita quotidiana, concreta, ordinaria? 
Pensando ai due elementi su cui Gesù ci fa fissare l’attenzione, il sale e la luce, ci viene in mente il fatto che sia l’uno che l’altro esistono non per se stessi ma per gli altri. Il sale esiste per salare ciò che altrimenti sarebbe insipido e poco gustoso, la luce esiste per permettere alle cose di emergere, di ritrovarsi, di potersi scoprire nella loro bellezza e unicità. Non serve il sale se non dà sapore ai cibi. Non serve la luce se non illumina e dà gioia a chi è intorno. Per salare occorre perdersi negli alimenti. Non c’è altro modo, non si può restare nel barattolo e dare sapore al cibo. O si esce dal barattolo e si entra nelle cose, oppure si resta chiusi, e a lungo andare, ci si inacidisce. La luce non serve se non avvolge ogni situazione con il suo calore, dando speranza. In entrambi i casi il messaggio di Gesù è chiaro. Non ha senso dirsi cristiani se non si vive il suo amore in una maniera molto semplice e concreta, amando. 
Non sono le grandi imprese che cambiano le cose, è l’amore che ci si mette dentro a farle grandi. Nessuno di noi è attratto da persone, gruppi, famiglie in cui ognuno pensa a sé e non si vive la condivisione, la gioia di pensare e di fare le cose insieme, la gioia di volersi bene. Verrebbe da dire: ma che senso ha vivere in questo modo? Forse quello che manca è la fiducia nella possibilità di farcela. Forse tante volte ci abbiamo provato. Abbiamo amato, e ne abbiamo ricevuto delusioni, forse altre volte abbiamo sperato, e le cose non sono cambiate. E così pian piano abbiamo cominciato a credere che fosse inutile uscire dal barattolo e provare a salare il mondo delle nostre relazioni. Gesù non è una persona che si arrende davanti alle nostre sfiducie, è ostinato nel credere in noi, nel potenziale che abbiamo e che lui desidera che venga fuori. Vuole che proviamo il gusto bello di condividere la vita con gli altri in uno spirito costruttivo. 
Gesù arriva a tanto perché sa che la luce è lui e che solo lui che ci dà luce può chiederci di rifletterla a nostra volta. Il sale e la luce sono un dono, noi siamo un dono gli uni per gli altri. Il realismo sta nel riconoscere che abbiamo limiti derivanti dalla nostra storia e che alcuni messaggi negativi che abbiamo ingoiato continueranno ad attraversare la testa e il cuore. E che quindi qualunque persona ci riattivi queste ferite, tendiamo a vederla come un ulteriore nemico della nostra felicità. Ma la via di uscita c’è, ed è l’umiltà di riconoscersi creature fatte così, e quindi di non combattere se stesse, ma di fare un’operazione necessaria con queste parti di sé distruttive: accoglierle, saperci stare dentro e lasciarle, scegliendo di seguire altre parti, più adatte al nostro stato di persone adulte e libere. Perché nella realtà nessuno ha il potere di renderci infelici. Facendo così ci sintonizziamo col Signore, che ci è vicino nell’intimo del nostro essere per risanarci con la sua tenerezza e così darci la forza di vivere. In questa domenica, con la sua voce calda e rassicurante, Gesù ci chiede, quasi supplicandoci: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. Non chiudetevi ma apritevi alla vita. 
Ecco allora che affidarci a  Maria e rinnovare la nostra fiducia in lei diventa un ulteriore motivo di speranza. La luce di Maria giunge fino a noi, dopo 2000 anni il suo cuore materno continua a riscaldarci e a farci sentire figli amati. Chiediamo al Signore di poterla sempre più scoprire madre, di poterci riposare accanto a lei, trovando in lei ascolto e accoglienza incondizionata. Concediamoci un tempo per stare alla sua presenza, chiedendole quello che vogliamo, con semplicità. Faremo esperienza di cosa significa essere sale e luce. Perché come in un vera famiglia, quando c’è una madre che ama, c’è vita, gioia, si respira un pezzettino di cielo. E questo cielo si ha la gran voglia di condividerlo con gli altri.

9 febbraio 2020
Mt 5,13-16
V Domenica del Tempo Ordinario
In quel tempo 1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: "13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli".


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