sabato 10 febbraio 2018

Grazia e lacrime

«Lo voglio, sii purificato!» (cf. Mc 1,40-45). Ancora un cuore che supplica e nuovamente la misericordia di Gesù che colma tutti i vuoti e tutte le disperazioni. Staccandoci e distanziandoci da pensieri ed emozioni legate alle preoccupazioni del vivere, entriamo in punta di piedi e col desiderio dentro questa parola che, per essere Parola di Dio, non è una bella frase di consolazione ma potenza che agisce e chiede altrettanta apertura interiore per farsi strada. È adesso che Gesù dice con potenza: «Lo voglio, voglio anch’io che tu guarisca dai tuoi mali». Supplicare, chiedere, sentire il bisogno e tendere le mani a Lui, per poi attendere, fare spazio al silenzio, lasciare che sia Lui a stabilire tempi e modi della salvezza. Per questo lebbroso la guarigione è stata istantanea, per altri può ritmarsi diversamente, seguendo percorsi lunghi e laboriosi. Ogni opera d’arte richiede i suoi interventi particolari. E anche se l’artista è talentuoso, ogni volta sperimenta l’autonomia della materia da plasmare, ed è chiamato a sfidarne le resistenze, e a modellarne le pieghe. Il risultato è imprevedibile e dà origine a creazioni spesso non previste. Come non previste e legate alla libertà sono le preghiere che salgono al cielo, e che contribuiscono a commuovere il cuore di Dio.

Un intreccio misterioso di misericordia e implorazione, grazia e lacrime. E così il segno è segno per me, il miracolo nasce da questo miscuglio umano divino. Quel lebbroso di Galilea, in quel giorno, in quell’istante preciso, ha sentito che mentre tutto il suo essere era proteso verso quel maestro chiamato Gesù, qualcosa stava accadendo nel suo corpo e nel suo spirito. Marco sottolinea la compassione di Gesù. Evidentemente forte fu la partecipazione che Gesù ebbe, tanto che i discepoli poterono leggere sul suo volto questa profonda comprensione del dolore lacerante del lebbroso. Sono quelle viscere di misericordia di cui anche l’AT ci parla, quando ci descrive un Dio ammalato di amore per i suoi figli. Davanti alla miseria umana che è senza speranza, la compassione divina appare come unica via di salvezza.

Il tocco di Gesù è il gesto di chi rischia la vita per restituire alla vita l’altro. Umanamente Gesù poteva infettarsi e morire della stessa morte del lebbroso. Gesù ha corso questo rischio. Perché è venuto per salvarci non salvandosi dalle situazioni dolorose ma prendendole tutte su di sé. Un gesto che anticipa il suo dono sulla croce. Possiamo immaginare che Maria abbia riflettuto a lungo su quello che suo figlio andava facendo per città e villaggi. Qualche volta ci fu anche lei – come a Cana – altre volte lo ascoltò dalle labbra dei testimoni, apostoli compresi. Così Maria si è preparata alla croce, comprendendo pian piano l’immensità della misericordia contenuta nel cuore umano di suo figlio. Noi che ci affidiamo a lei ogni giorno, e ci stringiamo a lei come bambini, impariamo da lei a non darci mai per vinti, neppure se fossimo affetti dalla lebbra peggiore, quella spirituale, che corrisponde alla sfiducia, al perdere confidenza e intimità con Gesù. Lei ci aiuta a chiedere, a bussare, a perseverare, a non rassegnarci. Ci spinge a rivolgerci a Gesù con le stesse parole di questo nostro fratello lebbroso: «Se vuoi, puoi purificarmi!».

Oggi che con tutta la Chiesa festeggiamo la Beata Vergine Maria di Lourdes, ci immergiamo spiritualmente in quelle acque benedette e vi immergiamo i malati per cui stiamo pregando. Sostiamo lungo il Gave tenendo il cuore e lo sguardo fissi alla grotta, dove candida ci aspetta Maria, l’Immacolata. Se lei ci invita a gettarci fiduciosi ai piedi di Gesù come il lebbroso, sarà ancora lei ad ottenerci da su Figlio la grazia sperata. Preghiamo con questa bella invocazione:  

Maria, tu sei apparsa a Bernadette nella fenditura di questa roccia.
Nel freddo e nel buio dell’inverno,
hai fatto sentire il calore di una presenza,
la luce e la bellezza.
Nelle ferite e nell’oscurità delle nostre vite,
nelle divisioni del mondo dove il male è potente,
porta speranza e ridona fiducia!
Tu che sei l’Immacolata Concezione,
vieni in aiuto a noi peccatori.
Donaci l’umiltà della conversione,
il coraggio della penitenza.
Insegnaci a pregare per tutti gli uomini.
Guidaci alle sorgenti della vera Vita.
Fa’ di noi dei pellegrini in cammino dentro la tua Chiesa.
Sazia in noi la fame dell’Eucaristia,
il pane del cammino, il pane della Vita.
In te, o Maria, lo Spirito Santo ha fatto grandi cose:
nella sua potenza, ti ha portato presso il Padre,
nella gloria del tuo Figlio, vivente in eterno.
Guarda con amore di madre
le miserie del nostro corpo e del nostro cuore.
Splendi come stella luminosa per tutti
nel momento della morte.
Con Bernadette, noi ti preghiamo, o Maria,
con la semplicità dei bambini.
Metti nel nostro animo lo spirito delle Beatitudini.
Allora potremo, fin da quaggiù, conoscere la gioia del Regno
e cantare con te:
Magnificat!
Gloria a te, o Vergine Maria,
beata serva del Signore,
Madre di Dio,
Tempio dello Spirito Santo!

Amen.

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