sabato 16 aprile 2016

La dolce voce di Dio


Ascoltare la dolce voce di Gesù, appartenere a Lui (nessuno le strapperà dalla mia mano) ed essere una cosa sola con lui sono i tre passaggi dell’unione dell’anima con Dio che il Vangelo di questa domenica ci regala (Gv 10, 27-30). Sempre diciamo che Maria è stata la donna dell’ascolto, la persona capace di seguire Cristo perché più pronta all’ascolto. Il nostro affidarci a lei è anche un atto di fiducia nel suo aiuto. Da lei, nostra madre, riceviamo gli aiuti necessari per imparare l’ascolto di Dio.

Il suo ascolto aveva una caratteristica precisa: la disponibilità, la spinta a coinvolgersi con Dio e ad adattarsi con amore alle sue proposte. Desiderando di far piacere al suo amato, Maria voleva immergersi nella sua volontà e Dio l’ha aiutata, sostenendo la sua buona disposizione. Maria ha fatto sempre esperienza che è la grazia di Dio a fare tutto, e che senza di essa noi non avremmo la spinta e il desiderio di Lui. Con la sua umiltà, il suo abbandono calmo e fiducioso, Maria ha attirato le grazie divine. E quell’ascolto fatto di volontà e desiderio di relazione le ha permesso di sentire i sentimenti di Dio e perciò di sperimentare una unione profonda con lui.

Maria ci guida all’ascolto profondo, unico luogo capace di contenere quello scambio di sguardi tra l’anima e il suo Dio dalla quale nasce poi la vera conversione, fatta di pace, di calma, di bontà, di affabilità, di capacità di sopportazione, di sapienza e di donazione.


Non basta ascoltare in profondità, sembra dirci Maria leggendoci il Vangelo di oggi, per appartenere a Dio: è necessario anche ascoltare amando, cioè chiedendo al Signore il dono di una vera tenerezza verso di Lui, per poter così instaurare quella relazione solida e sicura che ci fa una sola cosa con Lui. E ci conduce dove non sappiamo… ma dove l’amore ci precede sempre. 

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