sabato 15 maggio 2021

Va' e porta il mio amore


 Breve e intenso questo vangelo della domenica dell’ascensione di Gesù al cielo. Con parole chiare che non possiamo dire di non aver capito, Gesù ci chiede di non restare chiusi (andate in tutto il mondo) e di essere persone-dono (proclamate il vangelo) per tutti. Il nostro problema nasce quando teniamo per noi tutte le potenzialità positive che abbiamo ricevuto. La capacità di andare incontro agli altri per primi senza aspettare che siano loro a fare il primo passo, la capacità di dimenticarci per rendere felici gli altri, la capacità di valorizzare il bene che c’è dentro ognuno, la capacità di essere nei nostri ambienti di vita e di lavoro delle persone che fanno la differenza. 

Mentre per la mentalità mondana fare la differenza significa prevalere sull’altro, sfoggiare superiorità e cercare ammirazione, mettendosi al centro, per Gesù fare la differenza significa portare dentro di sé una carica spirituale capace di trasformare le situazioni. Una crisi relazionale ad esempio non si salva facendo leva solo sulle forze umane, ma quando una delle persone coinvolte affida la situazione al Signore, prega, chiede l’aiuto dall’alto, l’armonia che solo lo Spirito di amore può realizzare. 

«Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono», dice Gesù «nel mio nome scacceranno demòni… imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Ossia se abbiamo questo cuore nuovo guarito dal Signore, allora la nostra presenza guarisce anche gli altri. È lui poi che libera dal male, scaccia i mali dell’anima, spinge al perdono, alla fraternità, guarisce ogni sofferenza, ogni ferita interiore. «Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano». Questo è quello che dobbiamo fare: andare e mettere in pratica, perché se stiamo affidando la nostra vita a Dio, lui agirà con noi e in qualche modo ci darà segni che confermano in che direzione giocare la nostra esistenza, come spenderci. 

Affidarci a Maria ha proprio questo obiettivo: far sì che ciascuno di noi possa crescere nella consapevolezza di come lo Spirito sta agendo nella sua persona e nella sua vita e seguirlo. In fondo quale gioia più grande può toccarci in sorte se non questa? Il sentire che stiamo camminando con Dio, che stiamo costruendo con lui la nostra storia. 

San Massimiliano Kolbe si entusiasmava all’idea di collaborare con Maria e diceva: «Occorre lottare con la preghiera con il buon esempio della cordialità con una grande dolcezza e bontà quale riflesso della bontà dell’Immacolata». 

Cominciamo a risanare le esistenze se partiamo da questi piccoli gesti di amore e di attenzione, se viviamo il nostro essere guaritori feriti come il dono più grande che Dio abbia potuto farci.

16 maggio 2021

Mc 16,15-20
Ascensione del Signore


In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:«15Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». 19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.  20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

 

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